mercoledì 17 febbraio 2010

IL CASO-LOMBARDO.CONTRO IL VICE SINDACO LEONE COMUNE DI POLICORO



Oggi riproponiamo due articolo usciti tempo fa sul quotidiano , uno scritto da Lutrelli e la risposta dell'assessore Leone su una storia per me che la vivo al limite dell'assurdo.


LA storia del disabile Salvatore Lombardo che si sente vittima di ingiustizia. E’ costretto a salire le scale con le mani, chiede un alloggio Ater senza barrierePOLICORO – A volte l’inferno è dietro l’angolo, ma noi non lo vediamo. O meglio, presi dalle cose quotidiane finiamo per non notare il disagio. Così molto egoisticamente, magari, si finisce per considerare il disabile del quartiere quasi un pezzo di arredamento. Se la vita è difficile anche per molti normodotati figuriamoci per un portatore di handicap, che, per quanto voglia sforzarsi di fare una vita come tutti gli altri deve scontrarsi necessariamente con le barriere architettoniche, ma anche con quelle seppur invisibili del pregiudizio, della diffidenza e del menefreghismo. Protagonista della storia che raccontiamo è Salvatore Lombardo, 49 anni e in carrozzella da sempre, di origini palermitane, ma residente a Policoro da 37 anni. E’ affetto da leustoporiosi di Lobestain, una malattia che causa la mancanza di calcio nelle ossa. Insieme a lui sua moglie Oumami, originaria del Marocco con la quale è sposato da undici anni. A completare la famiglia la figlia ventiseienne di lei con il rispettivo figlioletto di due anni, i quali attualmente si trovano in Marocco per un lutto familiare, ma rientreranno presto. Il problema di Salvatore è quello dell’alloggio, abita attualmente in affitto in una casa dalla quale è stato sfrattato e tra un mese dovrà andare via. Ma dove? Ecco il problema. Ci viene a ricevere dinanzi il cancello di casa in via Gran San Bernardo, in carrozzella. Ci fa strada. Scende per entrare in casa dalla quale lo separano dodici gradini. Lo fa con le mani, le sue vere “gambe”. Ci sediamo in casa ed inizia il racconto: “Feci la domanda – ha spiegato al Quotidiano – per l’assegnazione di una casa popolare. C’erano disponibili quindi alloggi. Chiesi di essere beneficiario di quello riservato ai disabili, ma venne assegnato ad un altro. Alcune di esse sono state restituite poiché il canone (400-500 euro mensili) non poteva essere pagato dagli assegnatari. Io che potevo pagare invece…All’Ater mi dissero che quegli alloggi sarebbero stati rimessi a bando. Ma anche in quel caso c’erano persone prima di me. Rimasi senza casa ed iniziai a recarmi in Municipio dove ho incontrato il vice sindaco Rocco Leone che mi disse: “Dormi su sette cuscini che la casa, al massimo a settembre la troviamo”. Questo pochi mesi fa. Poi invece niente e mi dissero: “Non abbiamo la bacchetta magica”. L’ufficio socio assistenziale del Comune se ne è lavato le mani. Alla fine il vice sindaco mi disse “noi le troviamo le case ma la gente ci dice che ti fai ancora”. Ebbene – ha proseguito Lombardo – io non mi sono mai fatto e sono disposto a farmi le analisi per un anno intero, purchè tutti i signori che stanno al Comune facciano lo stesso. Rocco Leone mi ha aiutato erogandomi qualche buono per mangiare, e lo ringrazio, ma a me serve una casa.” Infine preso dall’amarezza il disabile ci rivela che, come se non bastasse, negli ultimi cinque anni si è operato due volte per un tumore alle corde vocali. “Ho pianto davanti a queste persone al Comune – ha concluso – il sindaco ad esempio mi ha sempre trattato con superficialità, quasi come un peso. Ora dopo questa intervista so che mi odieranno. Sono indignato, voglio andar via da qui, spero che il sindaco di Scanzano mi adotti e mi trovi una casa, perché mi vergogno di stare a Policoro”.
Pierantonio Lutrelli

(Da Il Quotidiano della Basilicata

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